FAKE NEWS: Scopriamo come riconoscerle 2° grado

La pubblicazione e diffusione di notizie false rappresenta un
fenomeno sempre più dilagante, tanto da influenzare
negativamente l’opinione pubblica su temi anche molto
importanti come la salute, la sicurezza, la reputazione di figure
pubbliche e non solo. Quello delle fake news è, quindi, un
tema di cruciale attualità, che riguarda tutti i cittadini poiché
tocca il diritto fondamentale ad una corretta informazione.
Per questo è importante promuovere a scuola percorsi ad hoc
per imparare a riconoscere le notizie false, individuarne le
fonti, indagare sulla veridicità delle stesse (vedi Pillola teorica:
La «novità fake news» è un fake?).

FAKE NEWS: Scopriamo come riconoscerle

La pubblicazione e diffusione di notizie false rappresenta un fenomeno sempre più dilagante, tanto da influenzare negativamente l’opinione pubblica su temi anche molto importanti come la salute, la sicurezza, la reputazione di figure pubbliche e non solo. Quello delle fake news è, quindi, un tema di cruciale attualità, che riguarda tutti i cittadini poiché tocca il diritto fondamentale ad una corretta informazione. Per questo è importante promuovere a scuola percorsi ad hoc per imparare a riconoscere le notizie false, individuarne le fonti, indagare sulla veridicità delle stesse (vedi Pillola teorica: La «novità fake news» è un fake?).

Dall’Information Literacy alla Data Literacy

Si può definire la Information Literacy come un insieme di competenze che indicano la possibilità da parte del soggetto di cercare, selezionare e certificare le informazioni reperite in rete. Quando parliamo di informazione, occorre che distinguiamo il termine da quelli di conoscenza e sapere. Sinteticamente: l’informazione è il dato; quando formuliamo un giudizio (ovvero organizziamo in termini proposizionali i dati) costruiamo conoscenza; il risultato dell’appropriazione di queste conoscenze è ciò che chiamiamo sapere. I modelli di information literacy mirano a coltivare: a) abilità di ricerca e analisi informative generiche; b) uso critico dell’informazione all’interno di setting diversificati; c) uso critico ed etico dell’informazione per trasformare il mondo (Lupton & Bruce, 2010). E’ necessario, partendo da questa base, fare i conti con la datificazione, che ha a che fare con la presenza oggi di un sistema di mercato ricondotto ai nostri dati, che ricostruisce il nostro sistema di valori per proporre dei comportamenti (di acquisto, ricerca, ecc.)…

Videogame e pubblicità

La messa a disposizione di nuove piattaforme e strumenti di comunicazione ha comportato profondi cambiamenti nel mondo del marketing. L’obiettivo delle aziende è sempre più il coinvolgimento diretto del pubblico, la fidelizzazione del consumatore al brand mediante contenuti unici, distintivi ed emozionanti. Non stupisce quindi che il mondo del gaming, grazie alla sua capacità di catturare l’attenzione e interagire con un’ampia fascia di utenti, sia divenuto uno dei medium più appetibili. Grandi e piccole realtà imprenditoriali scelgono sempre più spesso di destinare parte dei propri budget pubblicitari alle due principali strategie di marketing legate al mondo dei videogiochi: l’in-game advertising e l’advergaming. 

Tra pensiero computazionale e coding

“Apprendere significa diventare capaci di fare previsioni” (Frith, 2007)
Il Coding è entrato nelle nostre scuole non come una materia ma come un vero e proprio linguaggio che permette di sviluppare il pensiero computazionale, che è appunto un modo di pensare trasversale a diverse discipline. Il Coding può essere, quindi, concepito come una metodologia per imparare il linguaggio di questo secolo, una nuova alfabetizzazione che non porterà tutti i bambini a diventare informatici (proprio come studiare le lingue non fa diventare tutti interpreti o traduttori), ma permetterà loro di capire gli oggetti che li circondano e che sono sempre più interconnessi (Internet of Things, Smart TV, Smartphone, Computer, Wearable) e le dinamiche della nuova era della comunicazione. Grazie alle sue diverse forme, il Coding può essere introdotto nella scuola già nella prima infanzia, per poi farsi più evoluto con il crescere dell’età degli studenti.